venerdì 10 agosto 2007

Capodanno a Barcellona

Più che in altre epoche dell'anno, Barcellona attira un'enorme quantità di turisti durante le vacanze natalizie e in particolare per la notte di S. Silvestro. A parte le ovvie raccomandazioni di prenotare per tempo, per evitare di pagare cifre esorbitanti, consigliamo comunque di avere già un'idea abbastanza chiara di ciò che si vuole fare o dove si vuole andare per quanto riguarda il cenone e il resto della notte. Purtroppo per strada solitamente non c'è alcunché di organizzato, né feste, né concerti, né fuochi d'artificio, quindi anche per esperienza personale sconsigliamo di attendere lo scoccare della mezzanotte per strada, per esempio sulla Rambla o in Plaça Catalunya, perché rischiate solo di prendervi una bottigliata in testa o che un petardo vi scoppi addosso. Anche per il resto della notte comunque se potete tenetevi lontani dalla zona del centro storico, che come sempre è la più pericolosa e non offre niente di più di altre zone della città. Se avete amici qui tanto meglio, molto probabilmente loro si incaricheranno di organizzare i festeggiamenti e voi non dovrete far altro che godervi la serata. Altrimenti potete leggere questi pochi consigli pratici:
  • Trovare un posto dove mangiare può diventare un'impresa se non avete nulla di prenotato. A parte i vari self service tipo FresCo, OVNI e Lactuca, e i fast food, molti locali registrano il tutto esaurito. Fatevi un giretto su internet e cercate qualche ispirazione, molti ristoranti hanno una propria pagina web ed è possibile contattarli via e-mail. Quasi tutti offrono un menù fisso e vi chiederanno un anticipo per confermare la prenotazione, di conseguenza informatevi bene sulle modalità e condizioni di pagamento.
  • Molti alberghi organizzano un cenone per i loro ospiti, quindi se il prezzo è accessibile e il menù di vostro gradimento, questa è anche una possibilità da prendere in considerazione.
  • A proposito di menù, scordatevi zampone, lenticchie e panettone. A capodanno in Spagna solitamente si mangiano piatti a base di pesce e crostacei, quindi se avete esigenze particolari (vegetariani, allergici, ecc.) fatelo presente, magari lo chef ha già pensato a questa eventualità, o potete chiedere di avere un menù speciale solo per voi.
  • Se volete rispettare le tradizioni locali, prima della mezzanotte procuratevi qualche grappolo d'uva. In Spagna ritengono che a capodanno porti fortuna mangiare 12 acini d'uva uno per uno, sincronizzandoli con i rintocchi di campana, insieme a un buon spumante locale. Attenti a non strozzarvi, però!
  • Per trascorrere la il resto della notte, vale il primo consiglio: fatevi un giretto su internet e informatevi presso i locali, ce n'è veramente per tutti i gusti e per tutte le tasche. Cercate in ogni caso di avere le idee chiare e almeno due o tre possibilità aperte. Come per i ristoranti, su questo blog troverete anche informazioni su diversi locali.

martedì 7 agosto 2007

Salvador Dalí e il surrealismo

dscn7105.jpg

L'infanzia

Salvador Dalí nacque l'11 maggio 1904 a Figueres, nella provincia di Girona, dove trascorse un'infanzia privilegiata. Secondo sua sorella Ana María, l'ambiente in cui Dalí ha vissuto, il clima familiare insieme a quello della sua cittadina natale, aperta, signorile e raffinata, favorirono il suo sviluppo come pittore. Da bambino era timido, affettuoso, intelligente, con un'immaginazione esuberante e sapeva che facendo i capricci poteva ottenere quello che voleva e crebbe viziato, sua madre lo adorava, e suo padre ha appoggiato la sua precoce vocazione come pittore. Il suo primo dipinto che si conserva catalogato è un piccolo paesaggio datato 1910, quando Dalí aveva soltanto 6 anni. Tuttavia si ritiene che Dalí l'abbia realizzato a nove anni, quando gli regalarono la sua prima tavolozza. Gli piaceva mascherarsi, specialmente con una maschera de re che gli avevano regalato i suoi zii. Più tardi, Dalí raccontò che questo era all'origine della sua megalomania. Tra l’altro, Dalí ebbe un fratello che morì poco prima di compiere due anni, prima ancora della nascita del pittore, ma la cosa più importante è che si chiamava anche lui Salvador, e secondo l'artista, questo fatto gli creò una grande angoscia. Più tardi, in uno dei suoi libri, "Confesiones Inconfesables" Dalí accusa i suoi genitori di aver commesso un crimine in modo subcosciente chiamandolo con lo stesso nome del fratello morto, aggravato dal fatto di avere una sua foto nella sua stanza come se fosse un Cristo Pantocratore, di fianco a una riproduzione del Cristo di Velazquez, creandogli un grave problema d'identità. Così, da quando era piccolo, Dalí ha lottato per riconquistare i suoi dritti, attirando l'attenzione costantemente, e secondo lui per questo doveva ricorrere al narcisismo. D'altra parte, la sua identificazione con un morto lo avvicinò al sentimento della putrefazione e alla sua ossessione per i vermi. Nel 1963, a proposito di suo fratello ha realizzato, “Retrato de mi hermano muerto”. Altro aspetto interessante della sua infanzia è il fatto che la sua madre, da piccolo, lo vestisse da femmina. Soltanto nelle foto in cui compare già anche sua sorella Ana María, è vestito come un ragazzo, spesso con l'abito da marinaio, una immagine che si ripete in molte delle sue opere, e che secondo l'artista rappresenta sé stesso. Puó darsi che fosse una proiezione del desiderio di sua madre di avere una bambina. Comunque, questo comportamento crea disturbi della personalità di Dalí, e persino una presunta crisi d'identità, le nevrosi a cui l'artista si riferisce spesso, i suoi problemi con la sua sessualità i l'aggressività che mostra verso sua madre nell’opera “El Sagrado Corazón” (1929).

La formazione

Nel suo libro la “Vida Secreta”, racconta che suo padre, che era notaio e libero pensatore, non voleva farlo studiare in una scuola cattolica e a 7 anni lo mandò a una scuola pubblica, dove insegnava il professor Estaban Traiter, di idee anarchiche, che godeva di grande simpatia da parte del padre di Dalí. Comunque, Dalí si annoiava a morte a scuola e confessò che trascorreva il tempo lasciandosi trascinare dal potere suggestivo delle forme delle macchie d'umidità dell'aula. A 13 anni, su consiglio del pittore Ramón Pichot, che aveva visto in Dalí doti eccezionali per la pittura, venne iscritto alla Scuola Municipale di Disegno di Figueres. Tuttavia, suo padre, che era molto autoritario impose la condizione che quando Dalí avesse finito il liceo avrebbe dovuto studiare nella Scuola di Belle Arti a Madrid, per ottenere il titolo di professore. Per quanto riguarda la sua formazione, Dalí si trasferì a vivere a Madrid nel 1921, per cominciare a studiare nella Scuola delle Belle Arti di San Fernando. All'esame di ammissione aveva già mostrato il suo talento artistico eccezionale, ma ben presto, Dalí cominciò a manifestare il suo carattere peculiare e difficile, e nel 1923 fu espulso dalla scuola una prima volta durante un corso per una grave infrazione di disciplina e, nello stesso anno, fu di nuovo espulso, questa volta definitivamente per aver dichiarato incompetente la commissione che doveva esaminarlo. Durante i suoi anni di permanenza nella capitale, l'artista visse nella Residencia de Estudiantes, dove venne a contatto con un gruppo di giovani che spiccavano nel dominio delle diverse arti in Spagna, come il regista Luis Buñuel, gli scrittori Damaso Alonso, e Federico Garcia Lorca. Grazie all'amicizia che lo univa a quest’ultimo, realizzò molte scenografie per alcune sue opere di teatro. Dalí trovò a Madrid un ambiente intellettuale nuovo per lui, una Madrid bohemien che lo mise in contatto con le nuove correnti artistiche.

L'avvicinamento al surrealismo

L'opera del giovane artista catalano riflette tutte le sue nuove esperienze. Fino al suo arrivo a Madrid i suoi dipinti seguivano la tradizione accademica, ma nella capitale il suo stile si evolve fino alle avanguardie, dal cubismo fino ai dipinti metafisici di De Chirico. In questo periodo realizzò uno dei suoi dipinti piu famosi, dove si vede proprio l'influenza di De Chirico: “Muchacha de espaldas mirando por la ventana (1925). Con opere come questa, con cui l'artista ci mostra la sua grande maestria tecnica, partecipò in questo periodo a diverse esposizioni, come quelle organizzate dalla Galeria Dalmau, a Barcellona, o dal Salone di Artisti Iberici, a Madrid. Nel 1926 Dalí fece il suo primo viaggio a Parigi, dove ritornarà più tardi. Nella capitale francese entrò in contatto con gli ambienti artistici, in cui conobbe figure come Picasso, Paul Eluard e Tristan Tzara. Il suo arrivo a Parigi coincide con la pienezza del movimento surrealista, teorizzato per la prima volta da Apollinaire, nel 1917 e successivamente ripreso da scrittori come André Breton, che è considerato il suo fondatore, con la pubblicazione nel 1924 del Manifesto del Surrealismo, e Paul Eluard. Questo movimento riscosse ben presto un successo importante, raggruppando letterati e artisti interessati al superamento del realismo nell'intento di raggiungere livelli più profondi della realtà, i quali si devono cercare nei sogni, nell'inconscio. Gli antecedenti del surrealismo erano lontani, soprattutto li troviamo nei pittori del'inizio del XIX secolo, che si avvicinavano ai poteri del sogno, come il pittore spagnolo Goya o il francese Odilon Redon. Tuttavia il movimento surrealista del XX secolo si differenzia delle manifestazione artistiche anteriori perche è una formula coscientemente cercata dagli artisti, che nacque dall'ambiente filosofico e scientifico di autori come Bergson o Freud. In campo artistico, troviamo come antecedenti più immediati Rousseau, Chagall e De Chirico, e specialmente gli artisti della Scuola Dadaista, che nacque a Zurigo, durante la Prima Guerra Mondiale, la quale ha avuto un'influenza importantisima sulle altre manifestazione artistiche posteriori, con la sua negazione dell'arte e della cultura. L'aspetto più essenziale del Dadaismo come precedente immediato del surrealismo fu che propose la distruzione totale di ogni convenzionalismo realista e razionale dell'arte. Dall'anno 1924, questa ricerca ha acquisito forma cosciente nel movimento dei surrealisti. Nel manifesto da lui realizzato, Breton propose “l'automatismo psichico puro, fuori da ogni controllo esercitato dalla ragione”. Nel 1925 è stato presentato al pubblico il gruppo dei pittori surrealisti: Paul Klee, De Chirico, Jean Arp, Ernst Fuchs, Joan Miró, Man Ray, a cui poi si unirono Duchamp, Picabia, Magritte, ecc. Salvador Dalí si unì al grupo dei surrealisti nel 1929, avallato dal film che aveva fatto insieme a Luis Buñuel l'anno precedente, “Un cane andaluso”, e anche dai diversi dipinti che aveva fatto e che rappresentavano una forma di liberazione delle angosce e dai traumi che lo tormentavano. Dalí diventò in breve tempo il massimo rappresentante di una delle correnti del surrealismo, quella figurativa, che si basava sulla rappresentazione di forme normali, usando le convenzioni della prospettiva rinascimentale, ma realizzando associazioni e relazioni degli oggetti completamente assurde e deliranti e ottenendo come resultato opere radicalmente oniriche, con un gran potere di emozione e di stupore. Senza dubbio, il periodo in cui Dalí ha partecipato al movimento surrealista fu il più creativo e originale dell'autore.

Il Museo del FC Barcelona

È tra i musei più visitati di tutta la Catalogna, con oltre 1.300.000 visitatori ogni anno. La visita comprende l'ingresso a tre sezioni, alla tribuna e l'accesso agli spogliatoi e alle panchine. Le tre sezioni del museo sono: Il Museo Storico: illustra la storia della squadra, i trofei vinti (impressionanti per numero e varietà), fotografie, materiale sportivo, installazioni multimedia, La collezione Futbolart - Pablo Ornaque: curiosità e materiale relativo alla storia del calcio dalle origini a oggi, il tutto inserito all'interno di ambienti in stile liberty (per essere più esatti "modernista", la variante catalana). Esposizioni temporanee: periodicamente vengono allestite mostre di vario genere sempre di tema calcistico o sportivo (non dimentichiamo che il Barcellona è un club polisportivo). Maggiori informazioni sul museo sul sito del FC Barcelona (in varie lingue, ma non in italiano).

Lo zoo di Barcellona

Nonostante la recente scomparsa dell'animale simbolo, il gorilla albino "Fiocco di neve", lo zoo di Barcellona rappresenta ancora una piacevole visita per i bambini e per gli adulti.

Barcellona, città di festival musicali

Barcellona è molto viva a livello di eventi musicali internazionali. Raccomandiamo specialmente 3 festival di musica pop-rock-elettronica:
  • Primavera Sound (fine maggio-inizio giugno): offre un panorama delle nuove tendenze musicali con il giusto mix di figure consolidate e nuove proposte internazionali della musica pop, rock, indie, elettronica.
  • Summercase (metà luglio): festival simultaneo diviso fra Barcellona e Madrid che offre una buona selezione di concerti pop-rock, indie ed elettronica.
  • Sónar (metà giugno): festival di musica d'avanguardia e arti multimediali. Un'esperienza da non perdere fra musica elettronica, dj sets, proiezioni e installazioni, a tratti dispersiva, ma unica. Nel 2007 ha registrato 85 000 visitatori.

lunedì 6 agosto 2007

Piccolo compendio di pronuncia

Siccome in questo blog ci sono frequenti riferimenti a parole in spagnolo e in catalano, pensiamo che possa essere utile per coloro che non hanno familiarità con queste lingue un breve elenco delle differenze tra la grafia e la pronuncia, anche rispetto all'italiano. In generale non dovrebbero esserci grosse difficoltà, in quanto la maggior parte dei suoni sono simili, ma esistono piuttosto grafie uguali in italiano, spagnolo e catalano che si pronunciano in ogni lingua in un modo diverso. Nota: la grafia è riportata in minuscolo, mentre la pronuncia è in maiuscolo, basata sulle convenzioni di pronuncia italiane.
Grafia Pronuncia
Spagnolo Catalano
ce, ci come il TH inglese (THink) S sorda come in Sera
ch C dolce come in Ciao -
ç - S sorda come in Sera
ge, gi la G in questo caso ha un suono aspirato, tipo l'acca in inglese, ma leggermente più pronunciato come in francese garaGe
gue, gui GHE, GHI GHE, GHI
h muta, come in italiano muta, come in italiano
j aspirata come l'acca in inglese, ma con un suono leggermente più pronunciato come in francese garaGe
ll in teoria si pronuncia come la GL italiana, ma la tendenza è quella di assimilarla a una I semivocalica (IonIo) come in spagnolo
l·l, l-l o l.l - L normale (non doppia)
ñ GN come in diseGNo -
ny - GN come in diseGNo
que, qui CHE, CHI CHE, CHI
x come la J in México, altrimenti come in taxi SC come in SCiare
z come il TH inglese (THink) S sonora come in riSo

Alcuni esempi in spagnolo:

  • cigarrillo (= sigaretta) -> THigarriIo
  • conocer (= conoscere) -> conoTHer
  • leche (= latte) -> leCe
  • gesto (= gesto) -> Hesto
  • registro (= registro) -> reHistro
  • guerra (= guerra) -> GHerra
  • guitarra (= chitarra) -> GHitarra
  • huevo (= uovo) -> Huevo
  • jamón (= prosciutto) -> Hamón
  • paella -> paeIa
  • buñuelos (= frittelle) -> buGNuelos
  • pequeño (= piccolo) -> peCHeGNo
  • esquina (= angolo della strada) -> esCHina
  • fuerza (= forza) -> fuerTHa
In catalano la situazione tuttavia si complica leggermente, dal momento che ci sono altre regole di pronuncia, come la r che non si pronuncia se è alla fine di una parola, la e non accentata che tende a pronunciarsi come una via di mezzo tra una O e una E, la o non accentata che si pronuncia U, come anche la l, soprattutto alla fine delle parole, ecc. Non vogliamo qui addentrarci troppo nell'argomento, per coloro che sono interessati ad approfondirlo consigliamo la pagina di Wikipedia dedicata a questa lingua.

domenica 5 agosto 2007

Come ordinare un caffé a Barcellona

natazzulellecafe1.jpgPremessa: le differenze culturali fra Italia, Spagna e Catalogna sono evidenti. Il caffè ne è un esempio. In primo luogo lo standard è prenderlo macchiato (ES: cortado, CA: tallat) e piuttosto lungo (lunghissimo in confronto all'espresso italiano). È abbastanza difficile comprendere perché il sapore sia così diverso, tenendo conto che in moltissimi bar le macchine per il caffè sono di fabbricazione italiana. Alcuni adducono il problema all'acqua, che a Barcellona risente molto dei trattamenti disinfettanti (quella delle fontanelle è al limite del bevibile). Le categorie di caffè abituali sono quattro:
  • "café solo" = caffè lungo servito normalmente in un bicchierino di vetro
  • "cortado" = caffè lungo macchiato con latte tiepido o freddo servito in un bicchierino di vetro
  • "café con leche" = caffè lungo macchiato con più latte tiepido o freddo e servito in una tazza grande
  • "carajillo" = caffè lungo corretto servito in un bicchierino di vetro
Per evitare fraintendimenti e brutte sorprese per il vostro palato, i nostri suggerimenti sono:
  • Se vi piace l'espresso, chiedete sempre un "café solo". È inutile specificare corto o lungo, perché il risultato sarà soltanto quello di farvi riempire di più o di meno la tazzina. Potete tentare di averne uno un po' più concentrato facendovi riconoscere come italiani e chiedendo un "expreso muy fuerte", ma non garantiamo che funzioni.
  • Se avete voglia di un cappuccino, guardatevi bene dal chiedere un cappuccino! Nei bar popolari è una tipologia merceologica che non esiste. Lo trovate soltanto in qualche bar alla moda o nelle catene di bar pseudoitaliani in franchising, e anche in questi casi il rischio è quello di farsi servire una tazzona di caffè lungo sormontato da una bella spruzzata di panna montata. La cosa più simile a un cappuccino è un "café con leche, corto de café y con la leche muy caliente", ovvero un caffé macchiato con molto latte appena riscaldato e poco caffè. Non avrete tutta la schiumetta del cappuccino italiano, ma sarà comunque bevibile, soprattutto con una brioche ("crusán") di accompagnamento.
  • Se siete amanti del caffè decaffeinato, tenete conto che in alcuni bar vi serviranno una tazzina di acqua calda e una bustina di nescafè. Per evitarlo, chiedete un "descafeinado de máquina".
In ogni caso non vogliamo allarmarvi. Barcellona è talmente piena di bar, baretti, locali di ogni tipo, che con un po' di fortuna troverete senz'altro il posto che prepara il caffè come piace a voi.